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Cose degli ultimi tempi e oggi
Di Carvelli (del 24/03/2004 @ 08:29:54, in diario, linkato 950 volte)

Ieri “Non ti muovere”. Pensavo peggio. Bella l’inquadratura iniziale. Brava Penelope Cruz. Meno Castellitto (uno dei nostri attori più incisivi) sopra (urla strilli con la detta Cruz) o sotto (l’attesa della figlia in sala operatoria, professionale) le righe tranne nella scena del salvataggio estremo. Bella la scena del saggio di judo, uno dei momenti più intensi del film. Letto “La cipolla” di Antonio Moresco,

considerato ad oggi uno dei nostri migliori autori di cui già avevo letto “Gli esordi”. Questo è un librino della Bollati Boringhieri che potremmo definire un libro scritto sul corpo, nel senso che è un libro che parla del corpo (del corpo femminile, quindi non un libro universale) e di come il corpo può tenere occupato un altro corpo. Un libro di sesso esplicito (l’ho comprato al 50% da Remainders senza sapere altro che il nome e la fama dell’autore) scritto con grande maestria, quasi una piccola lezione di scrittura piena di sfumature e di sottotoni e colma di quell’attrazione che spesso tiene insieme in una morsa una storia d’amore. La tiene attaccata, avvinta ad un corpo, in un gioco di intrecci inestricabili di cui non sai sciogliere i nodi e più ti vedi più ti annodi e il corpo è spesso il suggeritore di questi legami. La dolcezza di questa commistione e di questa mentita centralità della persona nella centralità del corpo mi sembra un sentimento inesplorato, dico come sentimento-guida di una storia d’amore (che poi finirà per essere dettata dai tempi dell’attesa del coito come nucleo essenziale con tutte le dovute mistificazioni per confondere la monodimensionalità o la centralità di questa). Bello sceglierlo come oggetto di parole. C’è il sole. Da subito. Dal letto. Anche se non alza (se non a fatica) il corpo di nuoto e ginnastica acquatica. Sfatto. Sabato letto “Italiane duemilaquattro” (la tartaruga) nella sbornia da antologia che sta assalendo i nostri editori. Mi piacciono moltissimo Daniela Gambino (un racconto superbo, da antologia), la Magi, molto la Marilia Mazzeo (che a piccoli passi di piccole frasi racconta come nessuno l’immigrazione senza pietismi o indulgenze) e Grazia Verasani. Ma ripeto il racconto della mia amichetta Gambino (sono imparziale e lei lo sa, le ho detto spesso questo sì questo no…quindi…). Meno bene quello della Mander (che avevo letto con ammirazione su ‘tina). Bella la scrittura della Zoni ma il racconto è tronco e inconsistente come trama, peccato la prosa era bella. Ancora non letti tutti ma mi sembra una (fra le altre) delle antologie più interessanti perché coraggiosa (onore a Bianche e la Petit). Non di cordata o di nomi e di omologia come le due Fazi Minimum Fax (quest’ultima la comprerò perché mi sembra comunque interessante). Passo e chiudo. Cioè vado a lavoro.