Faccio cose così. Esco senza molto da fare e giro a vuoto attorno al nulla. Ma il nulla è un albero che mi piace, un giardino fiorito di un vicino o qualcuno attorno al mio ufficio che tira su un orto piccolo con un grande impegno. Mi dico che è più bravo di me o forse è solo più ordinato. Vorrei chiedergli come fa a tirare su queste cose e quanto gli durano ma le serrande sono abbassate. Faccio cose così. Mi metto o non mi metto il profumo. Mi metto o non mi metto il dopobarba. Guardo come cammina una persona. Piango per un film fin troppo stupido. Ti bagno le labbra arse. Ti dico che la vita è questa e non è male. Ma è la parola mia contro la tua. Sono soggiogato dal poco. Attratto da cose per altri inutili. Mi dico che sono superficiale. Anzi mi domando: "sono davvero superficiale?" Ma poi non rispondo. Faccio cose così. Deve essere la mia specialità. Andare o non andare. Fare o non fare. E tornare a casa con poco ma felice. Cercare di ricordare se mi sono sempre piaciuti i bulbi se davvero avrei voluto scrivere quella cosa. Se domani sono ancora qui. Faccio cose così. Senza pensare.
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