Essere/sentirsi/scoprirsi belli/e
Negli uomini è più evidente. Nei maschi più o meno giovani. Nelle donne pure si nota. Parlo del passaggio tra l'essere e il sentirsi belli/e. Parlo di quando un ragazzo bello ma non consapevole della sua bellezza superata la soglia di un'età e forse di una maturazione prende a sentirsi addosso quella consapevolezza e a esercitarla. Succede anche nelle donne (spesso traguarda l'età matura fino ad allora vissuta nell'ombra della bellezza non percepita o ingenua), nelle ragazze, ma forse il ricordo più vivo ce l'ho su uomini che ho conosciuto. Racconterò magari, presto. Per ora volevo solo dirla questa specie di effervescenza un po' scomposta che prende. Un po' gigiona, un po' ragazzona. Avete presente? Non so perché ma mi vengono in mente certe facce di calciatori o sportivi. Gente cresciuta bene e sana lontano dal mito edonista di sé. Gente che prima poneva l'etica, anche un'etica semplice (ginnica, salutare), alla base di tutto e che a un certo punto rincretinisce (la parola è un po' forte), scopre che sotto (o sopra) c'era quell'estetica di cui si erano garantiti, senza saperlo magari, i vantaggi e che ora si apparecchiano e ruminano. Un po' scomposti e felici. Totalmente dimentichi di loro, del loro sé etico. Di una volta.
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