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Sylvia Plath, la morte e l'Iraq
Di Carvelli (del 04/05/2004 @ 12:24:12, in diario, linkato 865 volte)

"Morire

è un'arte, come ogni altra cosa.

Io lo faccio in un modo eccezionale.

Io lo faccio che sembra come inferno.

Io lo faccio che sembra reale.

Ammetterete che ho la vocazione."

 

Questa è Sylvia Plath e la sua Lady Lazarus. Ma questi siamo noi che come in una specie di snuff movie abbia assoldato carne per farla diventare inerte, sanguinolenta per essere esangue. E' la nostra arte, la nostra vocazione. La stessa che i reality show ahnoi non ci permettono. Ecco che nella scatola televisiva ci abbiamo messo la morte su commissione. Su vocazione. Ecco come muore un italiano. Ora lo sappiamo. Senza dover indagare nel vizio perverso. La nostra non è perversione. La nostra è vocazione. La nostra è redenzione.