Nella letteratura (di profilo)
Di Carvelli (del 10/11/2007 @ 15:23:19, in diario, linkato 1377 volte)
Mi piace chi sta nella letteratura messo di profilo. Se c'è una foto di gruppo chi non sta in primo piano. O meglio, non cerca di starci. Mi sta bene anche una voce fuoricampo. Chi dice cose che sente come pressanti, urgenti. Chi dice cose urgenti e si capisce. Campi di analisi, di una analisi anche scostata. Mi piace chi sta da una parte. Non in disparte - magari un disparte dove si viene più notati o si spera. Mi piace chi sta nella letteratura o meglio sta alla letteratura come un rigagnolo al mare. La mia enciclopedia, la mia antologia della letteratura è fatta di questa selezione. Una scelta così: così i libri, così gli autori. Il criterio è questo. Non credo che serva pronunciare con pienezza di bocca la parola "letteratura", appellarsi alla santità o al trivio, per avere garanzie di appartenenza. Letteratura è cercare non intercettare. Stare lì fermi e che qualcosa di buono e nuovo arrivi: non questo. E questo "non questo" riguarda pure la critica se vuole avere un ruolo vero, effettivo, reale, costruttivo. La critica deve cercare e non accontentarsi di ricevere. Deve scegliere non assecondare o approvare. Scrivere nell'onda e per l'onda: questo mi pare il male più grave. Bisogna saper navigare non essere navigati e per farlo rischiare, dissentire, stupirsi. E stare di profilo, appunto, non in faccia agli obbiettivi.
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