Letto IL MIO NOME SULLA SABBIA di Bonaventura Tecchi. Un libro del 1924, con quelle scritture ricche, quelle prose brevi che poi si sarebbero dette "prose d'arte". Lui, dimenticato dal tempo. Davvero. Chissà le cose che succedono nelle vite: priama e dopo. Piango. Penso "Le voglio dire questo". Penso: non posso. Non glielo potrò dire e piango. Non c'è più. Succede a teatro e all'improvviso, senza motivo: Gaspare Balsamo in CAMURRIA. Bello. Una storia di tempo, nonni e pupari. Nostalgia. Penso un po' al dolore del tempo: vi abbiamo chiesto di sacrificare il vostro tempo, l'oralità, le abitudini collettive, vi siete seppelliti in questa cella del progresso, della crescita economica e sociale e ora...ora vi diciamo pure che era tutto sbagliato. Letto Mario Tobino SULLA SPIAGGIA E DI LA' DAL MOLO. Lui è nato il 16 gennaio, io il 14. S. mi dice com'è e come non'è il capricorno, frequenta un corso di astrologia. Come siamo? Caratteristiche del segno? Anche Tobino era così? Ma che c'entra. Il libro è un libro di luoghi, di luogo. Una guida di Viareggio. A modo suo. ONORA IL PADRE E LA MADRE. Un nuovo film di Lumet. Non ne esce bene nessuno ma è bello. Philip Seymoir Hoffman è straordinario e anche Ethan Hawke è una sorpresa. Molto sesso. Strano per un film USA. Molto davvero o molto realismo nel raccontarlo. Il sesso realista rischia di non esserlo spesso neppure dal vivo figurarsi in fiction. Da cui la crisi della pornografia e da cui la crisi del sesso. Solo la testa sopravvive ma non basta.
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