Letto: Modi di morire (interessante anche se alla luce di qualche controversia), Necropoli di Pahor (bellissimo ma ne scriverò), La strada di McCarthy (straordinario). Letto anche ipotetica intervista a Murakami sul Corriere della Sera di sabato (troppo poco per dirla tale e troppo lunga per chiamarla recensione: succede spesso che il lampo faccia grande luce - addiritttura annuncio in prima pagina - a dispetto del tuono). Visto: a teatro Trilogia della villeggiatura di Goldoni con un bravissimo Servillo. Al cinema Onora il padre e la madre (bello, ma forse ne avevo già parlato), Nessuna qualità agli eroi, Non pensarci (per cui spendo ora qualche parola), Il petroliere (ne dirò in altri termini dopo, qui dico solo che mi è sembrato un non velato tributo a Kubrik).
Non pensarci: non pensateci ed andatelo a vedere. E' una commedia ben diretta e ben recitata. C'è ovunque molta naturalezza, nessuna forzatura, nessuna pretenziosità (come a dire che non gioca con nessun clichè, non accende fumoni che nascondano la reale consistenza del soggetto: quello che è c'è e si vede e questo è importante al cinema cme in letteratura). Un Mastandrea a mia memoria alla sua prova più importante e tiene botta. Bravissimo come sempre Battiston. E, tradisco debolezza, bellissima e brava Anita Caprioli (ai cui danni ho fatto un piccolo furto che spero vedrà luce).
Il petroliere: perché cambiare titolo sempre (annosa questione)? Soprattutto quando c'era un titolo inglese così bello e necessario? Dicevo di Anderson che accende incenso al Maestro col K. Un film sull'odio, sulle civiltà dell'odio, basate su. E sugli inganni. Mi ha fatto pensare a Flannery O'Connor. Ma non parlerò del film quanto di una sala parrocchiale che mi ha ridato elisir di lunga giovinezza. A ero il più giovane in sala (e a quarant'anni fa un suo piacere) B non c'era un posto uno libero 3 (A B e 3 è un mio modo di mettere sempre un refuso concettuale nelle elencazioni che mi è stato fatto notare e celebro con diritto) tre euro costava il biglietto. Vorrei che questo fosse un peana alle sale parrocchiali (hai perso un film e lo vedi, paghi pochi soldi, ti riconcili con un mondo che incontri poco. Mi ha fatto pensare alle sale da cinema studentesche o in area di studi. Qui come lì commenti in sala: 1876 (il pubblico ripete a voce la cifra sovrimpressa...perché? Per altri che non vedono?), "eh ma che carogna" (il pubblico partecipa alle sorti alterne dell'eroe). Pi all'improvviso si ricordano di una cosa da fare o rifare o fatta male e ne parlano come se stessero a casa. Shhhhh. C'è qualche appassionato cinefilo e quelli tacciono ma con rincrescimento. Intervallo: si allungano verso un botteghino dove lo stesso che ci ha fatto i biglietti vende gelati, pop corn e altri generi da cinema. Confortante. Da ripetere, nonostante tutto.
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