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Leggo dell'Argentina
Di Carvelli (del 29/05/2008 @ 09:37:03, in diario, linkato 1172 volte)

Leggo dell'Argentina. E' quella di Antonio Moresco. In Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno (Fanucci). E' un bel titolo tra l'altro: non nel senso estetico ma per completezza di contenuto. "Si vede che ci sono momenti che bisogna improvvisamente viaggiare" così parte Moresco. Dalla rottura di una stasi. Una lunga stasi.
La Buenos Aires di Moresco è città di contrasti. Mi sorprende questa consonanza (dovrei dire corrispondenza antropologico-evoluzionista): "Passano continuamente tutti questi corpi grandi, donne belle, impennate, dalle forti strutture ossee, le schiene dritte, le ossa delle spalle in linea retta e gettate all'indietro, le tette in fuori, la spina dorsale animale dritta, incavata, il culo forte che sporge. E mi viene da pensare che tutto l'orrore che c'è stato in questa città e in questo paese, tutta la violenza fisica, diretta, da uomo a uomo, sui corpi, questa macchina spaventosa della tortura dei corpi è stata se possibile ancora più spaventosa anche perché ha avuto a che fare con questi corpi forti di grandi mangiatori di carne, dotati di una simile potenza ossea e così pieni di sangue, che altri mangiatori di carne pieni di sangue hanno a uno a uno steso sui lettini, per giorni e giorni, per mesi, torturato, stuprato, gettato giù dagli aerei, strappando i neonati dalle viscere delle madri per poi segregarli in nuove carceri famigliari, cose inventate qui e mai successe prima allo stesso modo in nessun altro paese, da nessun'altra parte, tutto in nome dell'Ordine e della Cristianità e dell'Occidente, nello spaventoso silenzio complice delle alte gerarchie della stessa Chiesa che pure si dice nata da un leggendario torturato e condannato a morte".