In continuazione inseguo le cose. Una sempre davanti e io sempre dietro. Il fastidioso è che cammino discosto. Come se non me ne fregasse nulla poi, all'improvviso, alla prima svolta, al curvare della strada (quando la cosa scompare all'orizzonte) incomincio a correre come un forsennato. Dunque: inseguo le cose. Il punto non è mostrare di non farlo ma stare al passo. La sostanza dell'inseguimento non cambia. E non serve la mia demistificazione, il mio fare il verso del disinteresse. Le cose vanno e io dietro. Perché non vado alla velocità delle cose?
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