"Sono uno straniero. Vivo in un paese diverso da quello in cui sono nato e da sempre sono sensibile al problema delle differenze culturali". Così Tzvetan Todorov intervistato da Fabio Gambaro su Repubblica di oggi. Mi domando se si possa condividere la stessa affermazione pur essendo vissuti e vivendo da sempre nella stessa città, nello stesso paese. Eppure in un tempo diverso. Un tempo nuovo. In un paese che ne è uscito cambiato senza aver avuto - io - (non sempre certo) l'abilità e la prontezza di adeguarmi a questi cambiamenti. Viviamo un tempo diverso. E siamo stranieri del nostro paese senza la forza che si sprigiona nell'adeguamento, nel conoscere, nell'essere davvero stranieri in terra straniera. Che comunque è sempre un tema culturale, anche questo. E temporale.
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