"Mia gentile carogna". Lascia che ti parli così. Lascia che sia sincero e che butti giù questa coltre di bugie dolci che mi apparecchi davanti al viso. Eh sì non è più il tempo del miele, non posso più cibarmi di queste tue seduzioni zuccherine senza mentire a me stesso e sentire la caduta della stupidità. I tuoi malesseri infiniti e le tue finite manifestazioni di debolezza sono alla corda. Ti do una nuova apertura di credito. Faccio finta ancora che sei buona, che non sei cresciuta da quella bambina con le code bionde che ricordo decine di anni fa. Allora una piccola marachella poco pesava ora è una coltellata anche se mi chiedi scusa e levi la tua mano sporca di sangue stupita quasi del tuo fendente distratto e sorridi.
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