Sfida che si gioca a turno secco. Senza tempi suplementari. La religione sometime cerca la cultura, cerca di farla sua (che pratica di mistica concezione, di catartico concepimento!). Dall'altro la cultura la rifiuta. Teme di perdere il primato, la guida, la centralità. Teme che l'accoppiamento faccia figli ciechi. Fuor di metafora, la Cultura non vuole la Religione tra i piedi. La Religione, nella presunzione che tutto si informi di sé non è poi così contraria. Salvo antichità assurbanipaliane alla fine, tempi moderni insegnano, la Religione se ne deve stare altrove, la Cultura deve essere assoluta...qualcuno dice, deve essere laica. Ma che vuol dire laico? Del popolo (o profano), dal greco laikos. Non sarà che la cultura e/o la religione ambiscano allo stesso obiettivo? Alle masse. Al popolo, appunto con diritti di primogenitura e totalitarismo? Provo a dire. E dico questo per dire di quanto sia difficile parlare di letteratura con la religione in evidenza se di cognome non fate Alighieri o Uccello (Paolo) o... Sembra quasi che salvo Testori, salvo Onofri...salvo che se ne stiano in questa zona ibrida...la religione si faccia i fatti suoi. E allora ecco Tagore (bono quello...c'è chi dirà), tanto per non smentirsi: "Il benessere umano è l'unica meta a cui dovrebbe tendere il fervore religioso". Beh così... alla fine ci si potrebbe mettere d'accordo no? Basterebbe mettere al centro un obiettivo...non dico ricreativo, no, salutistico almeno. Letteratura e ginnastica, come dire... E invece tocca vergognarsi s eti interessi di cultura a dire che la religione per te... meglio dire ...No no...oppio dei popoli. Se no? Se no magari ti bollano di destra o stupido o superficiale o colluso o non integro. O integralista...
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