Militante. C'è stato un tempo che questo aggettivo riferito alla critica mi sembrava il segnale di una freschezza, di una gratuità, di una purezza. Beata innocenza. Beata purezza (la mia). Credere che militante volesse definire la sincera battaglia preconcetta in favore della qualità. Eppure la critica, l'unica critica possibile, sembrava quella. La critica se era, era militante. La critica era militante: quella buona. Pareva che si dovesse così darle gli attributi sicuri del non paludato. Che invece paludata dovesse essere quella sbagliata, quella ufficiale (per molti quella univeristaria era o appariva tale). Bene. Adesso mi domando chi e cosa è ufficiale e se davvero rivoluzione non voglia spesso dire nuova restaurazione o retaurazione diversa. Così. Oggi. Adesso. Ripensando alle parole.
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