Tom Wolfe (Il falò delle vanità)
Di Carvelli (del 15/01/2009 @ 09:48:40, in diario, linkato 1364 volte)
"La fine della giornata di contrattazioni era come la fine di una battaglia. Dopo le cinque i Padroni dell’Universo si prendevano cura di tutti quei dettagli operativi che la gente degli altri settori lavorativi passava tutto il giorno a fare. Facevano il conto del “netto del netto”, ossia dell’autentico profitto o perdita della giornata di lavoro. Ricontrollavano i mercati, rivedevano le strategie, discutevano i problemi personali, andavano alla ricerca di nuove emissioni, leggevano la stampa finanziaria, un’attività severamente proibita durante la battaglia quotidiana. Si raccontavano episodi di guerra, si percuotevano il petto e lanciavano grida di esultanza quando se l’erano meritato. Una sola cosa non si faceva mai: andarsene a casa dalla moglie e dai figli". Da Tom Wolfe Il falò delle vanità (Oscar Mondadori, pg. 366, traduzione di Ranieri Carano)
Ho letto Il falò delle vanità. Con entusiasmo. Un entusiasmo esterno, a volte contemplativo anche se non così avulso, il piacere della facilità, della meccanicità che funziona. Forse il finale lo avrei immaginato meno giustapposto e "a morale" conclusiva. Ma il libro è un gran libro con scene esilaranti e una costruzione di grande duttilità esplicativa. Oserei dire che alle volte si presta a riflessioni di scuola, a esempi formativi. Ovviamente arrivo a dire tutto questo da buon ultimo ma mai dire mai o non più a un bel libro coem questo di Tom Wolfe (penso addirittura di aver dimenticato di averlo in un'altra libreria e averlo comprato per la seconda volta). Dialoghi feroci, descrizioni dei personaggi veramente notevoli, incastri semplici (a volte) ma efficaci. Un gran libro.
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