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Eccetera
Di Carvelli (del 28/06/2004 @ 10:46:10, in diario, linkato 1261 volte)
Niente Zena. Ponte romano e casalingo (forse puntata alle dune). Forse meglio così. Ancora tante cose da fare. Rimesse in mare le sarde con una domenica di assoluto spirito ci rimettiamo a lavoro mentre si prospetta una turné mezzo lavorativa e mezzo di presentazione: il 3 (se tutto va come deve andare sarò a Vigevano a presentare LETTI la prima tappa del tour mondiale nasce dalla città di Mastronardi, che gioia!) Amo il piccolo, la provincia e Mastronardi e Delfini (e Modena) e Bianciardi (e Grosseto) eccetera. Eccetera..,.che bella parola se uno la usa bene! Ho finito IL PERSECUTORE del mio amato Julio Cortazar, uno dei maestri delle short stories come CARVER CHECOV MONTERROSO BORGES POE e via così. IL PERSECUTORE è un libro atipico alla doppia anima magico realista di Cortazar come a quella più avangardistico combinatoria. Ma è un libro che lancia una riflessione utilissima su critica e genio, su artisti e loro interpreti. La lancia su un fronte dove lo steccato è più alto: chi fa musica e chi cerca di darne l’interpretazione. Ma è una meditazione che vale anche per steccati più bassi…quelli ad esempio dove il mezzo comune (la parola) consente, consiglia vicinanza e quindi fa della critica un’arma più belligerante. Ma sì, parliamo della letteratura e dei suoi lettori…militanti, prezzolati, interni e mafiosi come amanti e amatori, curiosi e… Eccetera. Eccetera: muore così Charlie Parker nel libro dell’argentino. Muore così Johnny Carter (nome romanzato del sassofonista più famoso del mondo jazz): “Johmmy cominciò a tossire, di colpo si piegò bruscamente, eccetera.” Forse si muore così, in un eccetera, in un momentox, importante senza averne l’aria. Eccetera. Ho letto questo libro come si legge un libro di meditazioni camuffate tipo Gurdieff. Con lentezza. Con ritmi speculativi e imbarazzati, come se dovessi tendergli tranelli, nascondermi e poi leggere due pagine all’improvviso e così facendo scoprirne sensi segreti. “Quando non si è troppo sicuri di niente, la cosa migliore è crearsi dei doveri, come se fossero dei salvagente” e 1… “come si può pensare un quarto d’ora in un minuto e mezzo?” e 2… “Io non penso mai; sto come fermo a una cantonata vedendo passare quello che penso, ma non penso quello che vedo.” e 3…eccetera. Un grazie a Gusta che consigliò. Vorrei scrivere della Montero che ho finito…ma fa caldo eccetera.