Mi rendo conto di non aver scritto nulla sulle antologie letterarie uscite in questo mezzo 2004, nonostante il mio interesse per le sillogi, l’unione di scrittori, i progetti di gruppo e di cordata. Nonostante le abbia lette e me ne sia fatto delle idee. Tornando alla Montero di LA PAZZA DI CASA. In un passo del suo libro dichiara di non avere memoria la qual cosa mi rassicura e cita la frase “Chi si ricorda degli anni settanta si vede che non li ha vissuti” e dice “Io credo di averli vissuti fino in fondo e forse per questo li ricordo così male. Comunque, a volte faccio ricorso a una teoria personale peregrina ma consolatoria: forse la ragione rivaleggia con la memoria per impadronirsi del territorio cerebrale. Forse non si può avere abbastanza testa per esser contemporaneamente di buona memoria e fantasiosi. La pazza di casa (chiama così la fantasia la M.), inquilina indaffarata, spazza via i ricordi dalle stanze per stare più comoda.” Inutile dire che per me già è consolatorio il non sentirmi solo in questo azzeramento della memoria. Una vera e propria cancellazione. E’ come se – qui sono io che parlo – il tempo passato dovesse fare posto al tempo futuro. Come se il mio personale hard disk chiedesse formattazioni continue. Ahimè – la vita è sempre più importante – tutto ciò riguarda solo lateralmente e conseguentemente la scrittura. Ne fanno le spese le persone e le cose. Ecco, magari ho passato una sera stupenda con qualcuno/a, alcuni/e… tutti si aspettano che questo abbia un seguito, tutti lo danno per implicito. Io no. Non che non abbia goduto di quel/quei momenti sublimi ma è come se quella concentrazione in quel presente di completo coinvolgimento abbia portato ad un assoluto che poi non ritrovo nel ricordo e magari fatico a ricreare. Forse questa è la mia solitudine: concentrazione nel presente. Assenza di progettualità. Ho sognato. Stanotte ricordo il mio sogno. C’è Giuseppina/Elisa C. ci rivediamo, su un set. Di lei ho perso ogni traccia. Conosciuta a Dublino (meglio a Roma salendo sul treno che lì ci porterà, viaggiatori solitari). A Dublino ci rincontreremo dopo viaggi separati. E lì faremo amicizia. Amicizia. Di lei ricordo una passeggiata per i sobborghi di Dublino
dove scopriamo un set (con lei c’entreranno sempre i set…voleva fare cinema…e i libri) con D.D.Lewis nella parte del poeta irlandese disabile (Il mio piede sinistro), portato via di peso dalla scena che trema ancora (che evento stupendo…lo vedi che qualche ricordo…)…Con lei Cortazar…l’ultima volta la so a Londra. Ci sarà ancora?
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