Fabrizio Lupo, Kafka e il fervore religioso o amoroso
Di Carvelli (del 10/11/2009 @ 15:22:37, in diario, linkato 1857 volte)
Continuo a leggere con fatica dopo una pausa di lettura di giorni Fabrizio Lupo. Un romanzo di Carlo Coccioli che ho fortunosamente trovato nella piccola e preziosa Tanner. Mi incuriosisce è un libro di più che sull' omosessualità. Un libro importante che racconta un mondo di cui mi ha sempre affascinato il fervore amoroso. Invidiabile. Nelle sue due forme erotica e romantica (ma quando scrivo romantica penso a thanatos... il gioco disperato della fine che spesso mi è arrivato a voce di miei amici omosessuali). Nelle pagine leggo una bellissima frase di Kafka:
"Il Messia non verrà se non quando non sarà più necessario, non verrà se non un giorno dopo la sua venuta, non verrà l'ultimo giorno, ma l'ultimissimo".
Prosegue
"Che queste parole di Franz Kafka, quasi un profeta dell'Antico Testamento, non si alzino contro di me".
Mi capita spesso - mi capita oggi e mi è capitato spesso di pensare - che il fervore religioso possa essere espresso meglio da uomini non di apparato. O meglio: avverto e ho sempre avvertito al fede nel mondo disperato degli ultimi, dei sofferenti, dei peccatori. Anche nel Sutra del Loto il Budda non si mostra al fedele nel momento del dolore, della disperazione ma solo dopo di esso. Quando al dolore si sostituisce la fede, l'ardente desiderio che brucia ed è stato ormai combusto dalla sofferenza. Credo che K. intendesse questo. Il mondo sarà salvato dopo la fine.
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