Arte, etica, disagio
Di Carvelli (del 22/12/2009 @ 16:10:52, in diario, linkato 1111 volte)
Forest nell'intervista da me linkata giorni fa citava il Kierkegaard che dice che la sola cosa che un individuo possa fare per un altro individuo è di renderlo inquieto. E concludeva che la letteratura non ha valore se non inquieta il lettore. In Schulz (Le botteghe color cannella) c'è in appendice un'intervista in cui dice: "L'arte, però, opera in una profondità anteriore alla morale, in un punto in cui il valore si trova ancora in statu nascendi. E' l'arte che, come espressione spontanea della vita, assegna compiti all'etica, e non il contrario. Se l'arte avesse solo la funzione di confermare ciò che è già stato stabilito, sarebbe inutile". Metto in relazione i due pensieri destabilizzanti. E invito alla lettura del libro di questo grande scrittore polacco. La sua è una scrittura preziosa che trasuda perfezione dalla normalità. Solo con l'apoteosi dei sensi nel racconto.
|