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Ha 86 anni (su poesie e su non poesie)
Di Carvelli (del 19/04/2010 @ 17:31:48, in diario, linkato 623 volte)

Ha 86 anni e poesia che mi risulti non l'ha mai letta. Né che mi ricordi gli interessa. Ha 86 anni e legge pure poco. Ora. Fa le parole crociate. Cose così. Narrativa zero, ora. Un po' di saggistica psicanalitica. Da lui non ho ereditato nessun libro di poesia, in ogni caso. Solo alcuni classici. Alcuni letti in parte. Letteratura psicanalitica. Economia politica. Maigret, tanti. Ora ha letto una recensione di un libro di poesie. Ha ritagliato la recensione e dice che lo vuole comprare. Mi sono offerto di andarlo a comprare io. Quindi il ritaglio (da La Domenica del Sole) ora è a me. Prima di andare cerco queste poesie in Rete e mi domando cosa l'abbia colpito. Linko e penso. Leggo.

Francesca Serragnoli

TRE POESIE

 

Non sono tipo che sviti con un’unghia

non rimango in mano

scendo in angoli torno

in urti brevi come spigoli

per entrare poso

i pugni in porte socchiuse

non so nemmeno se sarò chi sono.

Non amo i legni nudi

i nidi in vista ai vivi

non cerco le cascate di quelli in piena

fra i volti nelle folle.

Adoro chi riparte e batte

il piede insieme all’onda, io

nel quadrato di un bagno

piango i piatti prenotati a vita

che una voce timida disdice

privata, per non essere ascoltata.

E’ un’ora di punta

uno stridore di ruote

ferme davanti a un viso nudo

nelle dolci fiamme umane.

*

Anche la sola idea

di venirti incontro male

scendere scale per niente

salire in battiti

a metà fra sincerità e pena

di vedersi coperti di fiocchi

che altri occhi

vogliono davanti

m’inchioda

e nemmeno più muovo un gesto

alzo lo sguardo pesante

cerco di destare un saluto sono

una che cammina tacco tacco

rompe ovunque punte lunghe.

Ma quando ti vedrò

punto preciso della scala

scioglierò i capelli

le mie mani diventeranno correnti

uscirò dai paraventi inventati

trucco e paglia in terra

indurirò la corsa.

*

Anche tu me lo ridici il viaggio

le soglie e le madri che passi

fra le poche mani magre

c’erano fiori e linee a guardarti che

mi attraversavano e non osavo

le ricche tue miserie di foglia

- e rinasci ovunque cadi -

allora se chi perde ritorna

cercami chiusa nell’inverno

poiché anch’io amo le partenze

fra treni che non conosco

e buio è il bosco al tramonto

all’ingresso di un nuovo sentiero

nel mio letto invece caldo il sonno

nuove le lenzuola

una frenesia delicata adempie

al compito segreto della culla

nella madre nel ventre…