Non mi piacciono gli oleandri e forse è perché qualcuno a un certo punto mi deve aver detto che le foglie sono velenose. Non mi piacciono le pubblicità con i doppi sensi sessuali, quelle con la complicità femminile, quelle con i disturbi intestinali (anche quelle radiofoniche). Non mi piacciono le donne che si spazzolano a lungo i capelli: mi vengono in mente le bambole o i film dell'orrore. Non mi piace quando sotto la tazzina del caffè, nel piattino, rimane quel po' di acqua marrone. E non è bello scoprire una macchia, dopo, sulla camicia. Non ho nulla in contrario alle donne che si coprono i seni nudi, entrambi con un solo avambraccio, ma mi fanno pensare a mia madre e questo mi mette un po' di tristezza. Mi irritano le troppe cure per gli animali domestici. Mi mancano le uscite da scuola con quella febbrile ansia di viaggio e di fuga. Mi manca il peso del vocabolario tra le braccia a cose fatte: versione di latino o greco, compito d'italiano. Mi piace la domenica sera ma non è per merito del lunedì. E il lunedì sera ma non è merito della giornata. Mi piace addormentarmi sul divano, mettermi a letto con le lenzuola pulite, alzarmi per andare a bere (ma non per forza in questa successione). Mi piace che oggi sia oggi e non domani e neppure ieri. Ma mi piace ricordare e anche immaginare e in tutto questo sento una forma di equilibrio ma magari mi sbaglio.
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