Particolare =≠ Universale. Ieri mattina come tutte le mattine di questa settimana ero da S. di cui già ebbi a dire "la persona più intellettuale che abbia mai conosciuto nonostante faccia di mestiere l'estetista" e lo ribadisco senza tema di supponenza ma per dire esattamente come le cose stanno e anche perché la correttezza politica qui poco conta o conta poco tout court. Ieri mattina mi rimproverava così "Tu non ascolti. Tu non cogli i particolari" e usava quel "particolari" come se dicesse "universali". Cioè dava alla parola proprio una sinonimia. Diceva particolari ma intendeva "quello che conta, che è importante". E non conta qui dire cosa. Conta che io spesso vado per le generali e in questo andare per intendo "vado per le cose importanti". Sono le cose importanti le cose generali, in genere (generiche)? Forse no.
Eppure sono un osservatore di particolari. Mi piace for example certi piccoli gesti che fanno le persone. Il modo in cui si spostano fisicamente nell'asse della conversazione. I sorrisi che uno non trattiene. I moti incontenuti delle mani. Persino quella pubblicità di un olio in latta in cui un uomo salta uno steccato e la moglie lo guarda con aria maliziosa. Mi piace quando per radio sento il rumore delle sedie su cui sono gli ospiti. E persino questa piccola macchia che non è andata via sui pantaloni e ora mi ricordo di che cos'era.
E allora perché sulle cose umane (amichevoli o sentimentali) vado per universali, per norme, per assunti? Provo a concludere con semplicità: perché gli universali sono innocui. Si commentano da soli. Si autoaffermano o autonegano. Insomma si prendono e si tolgono da soli. Non come certe macchie piccole, particolari. Che non vanno via.
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