Di Carvelli (del 31/07/2004 @ 10:06:45, in diario, linkato 916 volte)
Ci sono mattine in cui ti prende una nostalgia formidabile. Oggi è per Janis Joplin. Stamattina mi sembra un danno irreparabile pensare che lei non è con noi. Come una vecchietta rauca e fumante, magari addobbata di SOUTHERN COMFORT. Ecco a cosa serve alla nostalgia. A ricordare chi non c’è più. A dare senso a cose che non ci potranno più essere e questa è una forma di amore. Salgo in cima alla casa e faccio colazione. È incredibile come crescano veloce le erbacce nei vasi. Come cammini il verde basso di piante che arrivano a seme da chissà dove (forse dagli archi dell’acquedotto là davanti dove nidificano i gheppi) e che non riesci a riconoscere. Un seme ora è un bonsai dell’albero di giuda. Faccio colazione (macchina da tre succo biscotti pesca noce) e leggo un racconto di Valeria Parrella che si chiama IL PASSAGGIO e mi torna una nostalgia napoletana che non so spiegare. Mi accorgo che tutte le volte che riscendo nella città partenopea (Dario direbbe “mo’ ti uccido” coem se avessi detto “zigomi alti” ma come altro dicevo per non ripetere Napoli? Eh? La città con gli zigomi alti… ma sì…Napoli: la città con gli zigomi alti! Vada!). Mi accorgo che tutte le volte che scendo nella città dagli zigomi alti è come se ripagassi un debito di gratitudine che non ha fine dentro di me. Non ha fine a Forcella da Michele né nel piazzale confuso della Stazione Centrale né nel capolavoro di Mergellina sotto forma di stazione dove incontrai Piero per chiedere un ricovero che poi fu lungo per la pazienza di una famiglia intera. Un altro avrebbe detto LA MIA FAMIGLIA NAPOLETANA. E se lo dicessi non farei torto a nessuno. Valeria Parrella è una delle migliori scoperte di questi ultimi anni. Per dire di Nichel, la collana italiana di Minimum Fax non posso non dire che con Raimo e Drago di “Cronache da chissà dove” sono le cose migliori che hanno pubblicato. Anche se penso che Marco e soci dovrebbero mantenere Nichel e aprire una collana italiana diversa dove permettersi di pubblicare altro, diverso. Perché no una Carola Susani o altri autori che metterebbero volentieri il loro nome nel prestigio (magari è parola che non piace ma rende) di una casa editrice che ora è molto molto di più della casa che pubblicò/a Carver e i migliori americani. A proposito ho finito il dono (compri due) del libricino di Dave Eggers “Se non è vietato è obbligatorio” che è no straordinario dono per il decennale MF con una scena da creparsi di ragazze che gonfiano palloncini cercando di dargli forme strane per assecondare le manie cattive di ragazzini prezzolati dall’altro concorrente politico.
Marina Cvetaeva per il buongiorno: ”Trentesimo anniversario!d’una unione – più sicura dell’amore./ Io le tue rughe conosco/ come anche tu – le mie,/ delle quali – non sei tu – l’autore?/Tu che quinterno su quinterno hai divorato,/ e hai insegnato che non c’è – un domani,/ che solamente l’oggi – esiste.”