"Considerare lo sguardo estraneo la conseguenza di un ambiente estraneo è tanto più assurdo in quanto è vero il contrario: esso deriva dalle cose familiari, delle quali ci viene sottratta l'ovvietà. Nessuno è disposto a rinunciare all'ovvietà, ognuno dipende da coase che restano docili a sua disposizione e non perdono la propria natura. Cose con cui si può trafficare senza rispecchiarsi in esse. Se ci si comincia a rispecchiare, ciò che segue può soltanto andare giù a precipizio, da ogni piccolo gesto si lanciano occhiate verso l'abisso. Sentirsi in accordo con le cose è prezioso perché ci lascia vivere. La si chiama ovvietà. Essa esiste soltanto finché non la si percepisce. Credo che l'ovvietà sia quanto di più rilassante ci sia dato. Ci mantiene a debita distanza da noi stessi". (Herta Muller - Lo sguardo estraneo - Sellerio)
Ecco ero partito da qui. Come e dove sono arrivato lo leggete al giorno di ieri. Oggi ho scritto lo spunto da cui ero partito per dire quello che avevo detto ieri.
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