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Tolstoj (non) è morto
Di Carvelli (del 30/06/2010 @ 10:27:56, in diario, linkato 939 volte)

copertina

"Là dove ci sembra di trovare un punto debole, è possibile che ci sia invece una fonte di forza. Leggo Goethe e i pensieri mi turbinano in sciami".

Leggo questo pensiero tratto dai Diari di Tolstoj - data 2/VI/1863 - in Tolstoj è morto di Vladimir Pozner, uscito per Adelphi in un turbine di pubblicazioni e un film che ho visto (The last station) sulla morte di questo grande scrittore russo. In effetti la morte dell'autore di Guerra e pace nella stazioncina di Astapovo è molto suggestiva e credo che finirò per prendere almeno uno degli altri libri a essa dedicati. C'è qualcosa di profondo nella vita e nella morte di questo autore non fosse altro che per il significato che esse assumono alla luce del percorso umano e filosofico dello scrittore. Anche il film mi era parso bello e, ora che leggo la cronaca di Pozner, pure ben ricostruito. Tolstoj scappa dalla moglie a cui pure era legato da sincero affetto e da grande collaborazione lavorativa (vedi anche La pazza di casa il bel libro di Rosa Montero che affronta il nesso affetti personali/scrittura) tanto che la donna aveva copiato credo per sei volte Guerra e pace a mano. Alla donna sfugge il senso della conversione finale cristiano-umanitaristica del marito e la grande spinta populistico-rivoluzionaria ma concreta che aziona e finisce per leggere come una diminutio del suo ruolo di compagna e coadiuvatrice la stessa. Forse Tolstoj si sente vicino alla fine ed è ora mosso da uno spirito più alto. Sente di essere chiamato dalla vita in uscita e dalla sua grande esperienza di scrittore a compiti più alti, ultraterreni. Forse si tratta di lasciare questo mondo imprimendo un segno ancora più profondo nel solco già calcato di una grande opera narrativa. La moglie non può capire? Lui non può e non deve dimenticare in questo passaggio lei e il suo ruolo fino a quel momento? Nelle pagine la chiama spesso "la malata". Chissà. Tutte le risposte sono in questo confine labile tra concretezza e idealità, umanità e saggezza superiore. Difficile valutare, anche nella facile scelta per l'una e per l'altra alla luce dei nostri convincimenti. Un uomo, un grande scrittore, con la morte addosso lascia la sua vita e cerca la morte in una stazioncina sperduta. Di questo volevo parlarvi.