Guardo il tuo carrello della spesa come se guardassi te
Guardo il tuo carrello della spesa come se guardassi te. Gli occhi sono lo yogurth. Lo prendi in confezione grande ma prendi quello magro - io no, quello intero. Conto i rotoli della carta igienica - anche tu prendi la confezione da 4? anche tu non sei consumista? anche tu non hai spazio per conservarla? - come se osservassi le tue ginocchia. Le gambe sono i detersivi per la lavatrice - piace anche a te il profumo della felce? ma dài! I piedi sono il formaggio tagliato a fette - fontina valdostana, gorgonzola, puzzone di moena (mmm come andremmo d'accordo noi, penso, ma come poco con gli altri! eh sì!). Le mani sono le saponette - neanche tu le compri qui eh già, non c'è molta scelta, le compreremo altrove dài. Guardo il tuo carrello della spesa come se guardassi ogni piccola parte di te. A ognuna do il senso del particolare e del tutto. Tutto ha senso di te. Lo spazzolino, i cotton fioc (che bello sapere che anche tu non li usi), le fette biscottate, le marmellate. Tiro una riga e faccio il conto. A modo mio. Come il calcolo delle affinità. Che bella parola "affini". Affini siamo. Già affini. Nelle corsie di un supermercato, dentro la griglia di un carrello, come in un test delle tolleranze.
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