Ho intercettato per caso questo saggio molto bello di Emiliano Morreale. L'invenzione della nostalgia (Donzelli).
In realtà ho letto solo il primo capitolo Teorie e pratiche della nostalgia. E mi è sembrato molto interessante. Analizza il sistema di nostalgia creato da cinema e, in tempi più recenti, dai media in genere riflettendo sul come questi ultimi (tv in testa) abbiano creato una acuzie del sentimento. E' un tema bellissimo tout cort e bello in questa osservazione/riflessione. Bella anche l'idea del ciclo di nostalgia col salto di 20 o 30 anni. Ho pensato se noi in fondo abbiamo nostalgia per il senso permeabilissimo che abbiamo nella nostra formazione giovanile (la musica, i film, i cartoni dei nostri anni giovani) o anche (oppure) necessitiamo di un salto epocale, un non voler essere nel tempo in cui siamo ma in uno precedente che non abbiamo potuto attraversare (nell'altro caso che non avremmo voluto abbandonare). Chissà. Alle volte penso che sia una forma più o meno idealistica di dilatazione (rallentamento) del tempo che viviamo (vita/morte cose così). Un modo per fregare il tempo intercettandolo in posticipo.
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