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Ognuno, pił di uno
Di Carvelli (del 14/10/2010 @ 11:55:34, in diario, linkato 607 volte)
Ognuno dovrebbe pensare a sé e agli altri - a un altro o un'altra - come a una piccola orchestra, una nazione, una squadra non importa di quale sport. Ogni volta che qualcuno parla a qualcun'altro davanti dovrebbe avere presente un collettivo. Ognuno potrebbe a ragione darci o darsi del "voi" e stavolta non sarebbe cortesia. Poi, d'accordo, uno parla all'attaccante perché intenda il portiere o al violino perché serva alla tuba. Tutti dovremmo parlarci senza avere la certezza che quello che diciamo raggiunga una sola persona, quella che noi pensiamo. Contro ogni tentazione ho usato il condizionale perché pensavo che non è facile vedere la seconda linea o la terza. Non è semplice guardare un gruppo in una faccia. Ed è vero anche che tutto sommato è più semplice fare una cosa per volta. Anche se è sbagliata.