Questa notte ho ripreso a leggere Vasilij Grossman. Verso pagina 80 c'è una lettera bellissima di una madre a un figlio. Ci sono punti molto belli come quando la donna descrive la visione di un gruppo di ebrei per strada distinguendola da altri gruppi umani sulla strada. E' bello quando esprime la peprlessità sulla morte annunciata di uomini che sanno fare bene mestieri. Come se non si capacitasse. Ma la frase che mi ha colpito (e in fondo sta bene addosso a queste meditazioni) è questa:
Qui ho capito che la speranza non ha quasi mai a che vedere con la ragione, che la speranza è illogica e, credo, figlia dell'istinto.
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