Pinguini, Hepburn (Audrey) e il miracolo dell'essere semplici
Dovremmo tutti saper volare a pelo d'acqua o sotto. A dispetto della nostra naturale goffaggine, con una sorprendente facilità. Il ricavo quasi casuale di un tuffarsi così come si è contro qualcosa che è più grande e vasto di noi. Per noi. Magari vista da fuori una ginnastica non particolarmente articolata e ridicola ma efficace. Ho ripensato a tutto questo rivedendo Sabrina con Audrey Hepburn. Se il mondo si dividesse in Monroiani e Hepburniani io starei sempre con i secondi. Avete presente? La romantica Sabrina che crede nell'amore a dispetto delle impossibilità determinate dal suo status sociale. Sbaglia, perde (o sembra perdere) e nel perdere conquista. Tutto succede quando scopre che può tuffarsi com'è (nell'amore), senza cercare altrove quella sicurezza che non ha di partenza. Lo scopre altrove (a Parigi) e lo riporta nel mondo fatato e ingenuo a cui prima aveva però un accesso ridotto (fatto di inutili incantamenti) e in cui scopre poi di avere un accesso totale. Quando smette di aspettare, sperare che qualcosa accada fuori di lei solo allora è capace di farlo accadere. Per due volte e la seconda è la volta giusta (perché è vera e non è esterna, mitizzata). penso a questo quando penso al miracolo dell'essere semplici.
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