Di Fahrenheit 9/11 e della fuga
Ieri Fahrenheit 9/11. Grande Michael Moore. Non ne voglio parlare. Vi invito solo ad andarlo a vedere. E di corsa. Ci sono scene di poesia e scene di rabbia di dolore puro di contraddizione di satira. Insomma è un film che non smette mai. Bisogna stare attenti e seguirlo bene nella sua rete di indagini ma anche farsi trascinare nel dolore e nelle incongruenze di quello che stiamo vivendo/subendo al buio della coscienza e della sorveglianza dell’intelligenza. Nessuno dei due trovò le parole per dire all altro quanto soffriva. Fecero l amore lentamente. Tanto per dare un senso alle loro lacrime. Signori, questo è Jean-Claude Izzo. Vorremmo essere altrove? A Sarzana, al Festival della mente? O a Mantova a quello della letteratura? O ovunque, non qui. In un letto altrove?
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