1 Il film a cui accennavo di Chabrol è la storia di una magistrata battagliera e dedita con abnegazione al suo officio come a una passione civile. Ha un marito che la ama ma a cui lascia poco spazio e poco tempo (lui le dice qualcosa tipo "sei bravissima ma c'è una cosa che ti manca e non le dice cosa"). Ha un nipote (adulto, quasi coetaneo) acquisito con cui ha un rapporto molto bello, quasi sentimentale. Un rapporto che però rimane nei binari di una bella amicizia e a me sinceramente piace - non per bacchettonismo, lo sapete - quando in un libro o in un film il sesso non diventa un facile rimbalzo di qualsiasi relazione tra un uomo e una donna. Ma è così anche nella vita. Ma non bisogna neppure esagerare, intendiamoci. L'indagine avanza e si ferma brutalmente - il solito problema di relazioni troppo strette tra politica economia magistratura - lei accusa il colpo. Colpo che raddoppia con il tentato suicidio del marito (che la lascia lì in ospedale a chiedersi, mentre decide di abbandonare l'indagine, cosa le voleva dire il marito con "quel che ti manca") con cui si chiude il film. E ve l'ho raccontato tutto: odiatemi ora.
PS Una legge di sceneggiatura dice che se compare una pistola in un film prima o poi sparerà. Chabrol la avrà saputa questa legge e la ribalta. La pistola non sparerà. ma perché si domandano gli inquirenti. La verità è detta dalla magistrata: perché forse non voleva morire del tutto.
2 La differenza tra me e google, una delle meno evidenti, è che a me i croccantini non me li da (lo stesso) nessuno. E non è così piccola a pensarci bene.
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