Direi che c’è così poco da dire a proposito che quasi mi vergogno a scriverne. Che la televisione del dolore o della verità sia fatta di frusti attori di secondo piano e di speranze lo sanno pure gli stupidi che se li vedono con la partecipazione della verità. Succede anche al cinema. Sala vuota o quasi (visione pornomane, quasi, uno lontano dall’altro) a vedere Oshima de L’impero dei sensi, scena dell’evirazione, si ode un noooooooooo preoccupatissimo e freudiano. Come dire? Anche la più estrema visione narrativa del cinema ci conduce l’identificazione. Così tornando a B e R, due lettere che non possono che stare separate mi sembra capziosità allo stato puro che ci ricorda come se un figlio parte e se ne va in giro magari la gente lo accetta lo stesso. Ma se, cresciuto a dismisura nella casa, la lascia all’improvviso per l’avventura non deve più sperare nel ritorno. D’altro canto la pretestuosità non fa simpatia quindi…
|