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La poesia come barzelletta (Cohen)
Di Carvelli (del 06/05/2011 @ 13:14:09, in diario, linkato 907 volte)

Spiegare una poesia è come spiegare una barzelletta. Se non hai riso la prima volta non è che ridi quando te la mettono  lì davanti passo passo, punto per punto. Certo c'è da dire che una barzelletta una volta che te la sei giocata te la sei bruciata (e questo potrebbe essere una nota politica) la poesia ce l'ha un buona la seconda. E una terza ecc. E poi c'è da dire che a me piace una cosa a un altro no e via computando. Premessa ammessa dico la mia su questi versi del grande cantautore. E poeta.  Data la premessa dei versi: Io ti dissi che sarei stato il tuo amante./A queste parole ridesti  mi piace più giù quando dice:
Finché mi informasti che:
Non sono io quello che ama -
E' l'amore che mi afferra.
Quando giunge l'odio col suo plico,
Tu vieti la consegna.
E mi piace. Che quando l'amore afferra (quando ci riduce in sua potestà) si porta dietro anche l'odio. Ma tutta questa roba non so se ce la vedo solo io. La poesia continua così:
E quando la brama del tuo contatto
Nasce dalla brama, allora tu
Sussurri: "Hai amato abbastanza,
Ora lasciami essere Quella Che Ama".
E qui mi piace proprio assai. Forse perché mi pare di aver capito quello che si dice prima. Forse perché mi sembra di stare sulla strada giusta. Che forse arrivo alla fine che ho capito qualcosina. Ed ecco che cosa ho capito. Che l'amore da brama non è quel che ama. La rima me la sono inventata all'occorrenza. Ma di più mi piace che Lei dica a Lui che il suo amore (quello ardentemente dichiarato) è già finito. E' già abbastanza. E quindi è troppo e finito. Ora sta a lei amare. Finalmente. In questo ping pong ci sono molti mancati incontri. Mi viene da dire per questa stessa strada: Uomo che brama Donna che ama. In realtà dovrei dire. Due diversi modi di amare. Ma mi rendo conto che ora non fa più ridere.