Ieri sono andato al cinema a vedere LE CHIAVI DI CASA il film che Gianni Amelio ha tratto liberamente da Pontiggia NATI DUE VOLTE. La libertà è assoluta tanto da sparire dai titoli di testa (mi sembra) che recitano soggetto e sceneggiatura di...e non c'è il grande e precoce scomparso scrittore milanese. Sono andato a vedere LE CHIAVI DI CASA ma ho deciso di non scriverne. Mi limiterò a recensire il comportamento del pubblico in sala che ha rumoreggiato per tutto il film, parlucchiato, sorriso, sospirato alle battute del bravissimo Andrea Rossi l'attore diversamente abile (così?) della pellicola. Alla fine del film la gente è sfiatata fuori quasi a comando con lo schermo che però poi ha mostrato una specie di trailer/making of del film costringendo molti dei fuggitivi ad una sostaa lato delle sedie. Uscendo andavo stranamente alla velocità di 30 km/h sentendo che dalle macchine chiuse venivano le note strozzate di una canzone. Poi a casa ancora silenzio e insalata. Il film è tratto da un libro che va letto. Un vero capolavoro come già sanzionarono i premi (che a volte però non fanno certezza). Nati due volte.
E nascono due volte anche i tifosi romanisti. Come sottolineava con acume un articolo recente de il manifesto si è creata una specie di nostalgia gladiatoria di cui è impersonificazione Totti da Porta Metronia con tanto di tatoo. Siamo al delirio. Un delirio che purtroppo dura da un po' e si perpetua. Scrivo ciò non da laziale antiromanista ma da laziale simparizzante romanista come sa chi mi conosce. Roma si sta rovinando in una dittatura, uno schiacciamento un po' mafioso e offensivo che spesso costringe chi non la pensa allo stesso modo al silenzio. Laziali e qualsiasi altro. Non bisogna avere fede, come me. O si finisce vittime di una crociata di antico sapore fideistico e vendicativo. Io ho paura nella mia strada a dire della mia lazialità e non scherzo. Temo ritorsioni anche laterali, complementari. Ma è delirio. Di onnipotenza. Vittimismo. Congiure paventate degli arbitri. Epurazione di giornalisti del Corriere dell Sport. Dittatura. In un paese che già ha come nessun altro 3 quotidiani sportivi (ho scritto 3) ora ha anche un quotidiano della sua squadra di calcio IL ROMANISTA (Giuro. Un quotidiano). Siamo al delirio. Ieri è successo di più di quello che titola (per paura di altre epurazioni?) il Corriere dello Sport. Non il gesto di un folle ma l'ennesima prova della dittatura romanista sulla città, la sua stampa ecc. Cose che fanno male alla squadra e al suo tifo più moderato. Io mi sento romanista come romano e laziale come sportivo. Così dovrebbe essere. Non credo agli sfottò ecc. Ma qui abbiamo passato il segno. Non minimizziamo. La partita non si è sospesa per il gesto di un folle ma per un clima in campo e uno specchio fuori. La Roma subisce spesso arbitraggi negativi e spesso ci sono squadre blasonate (di cui sappiamo i nomi) che ne subiscono meno o diciamolo "paracadutate". Sì. Succede. Ma siamo alla follia. La follia del calcio, della sua eccessiva importanza che si innesta con uan follia collettiva in un culto moderno, una religiosità da crisi delle idee, delle ideologie, delle madonne.
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