Mi piacerebbe tenere una rubrica di "Cosigli amorosi". Sì proprio io che sono un campione (o un campionario) di errori, di tempo speso male, di dolori subiti, dati, autoimpartiti, di amori incompleti, di debolezze e durezze. Io che in teoria so cosa dire. Io che in pratica saprei cosa fare. Forse proprio per tutta questa debolezza, per tutti questi scomodi sentire. Una e una sola cosa so e la scrivevo a un'amica che si lamentava del fidanzato suo. Questo ho capito che se noi stiamo nelle situazioni, se ci continuiamo a stare anche soffrendo, anche non volendo, anche separandoci e continuandoci a stare dentro a distanza è perché ci appartengono... quando cambiamo cambiano anche loro o spariscono le situazioni che non ci rappresentano più o che ci fanno soffrire. Il punto è, dicevo, che cambiare è difficile e mandare via le persone che hanno ancora a che fare con la nostra vita altrettanto. E che alla fine costa meno soffrire e rimanere quello che si è. Perché cambiare è come quegli eventi così grandi e sommoventi (non dico terremoto perché domani è 11 maggio e vivo a Roma). Così ci sembra, almeno. Così dicevo. Nella mia non pagata, non sponsorizzata, non richiesta e non plausibile rubrica del cuore. E di implausibile (se si dice) è che il cuore non ha rubrica. E neppure io (rubrica).
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