In morte di Giovanni Giudici (ricevo da c.)
Metti in versi la vita, trascrivi fedelmente, senza tacere particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.
Ma non dimenticare che vedere non è sapere, né potere, bensì ridicolo un altro voler essere che te.
Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano complicità di visceri, saettando occhiate d’accordi. E gli astanti s’affacciano
al limbo delle intermedie balaustre: applaudono, compiangono entrambi i sensi del sublime - l’infame, l’illustre.
Inoltre metti in versi che morire è possibile più che nascere e in ogni caso l’essere è più del dire.
(Giovanni Giudici)
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