Sto leggendo un Murakami (Haruki), forse non un suo migliore ma uno che mi mancava: After dark. Al di là del giudizio personale su questo scrittore giapponese che è un piccolo culto trasversale con un fronte pop sicuramente inviso a molti. Al di là dicevo la sua forza, la forza della sua scrittura risiede nella capacità dialogica. Una spinta tutta interna che muove domande, semplici e universali. Alcune di queste domande ci piacerebbe formularle o sentirle lanciate verso di noi. E non si sa se è che non crediamo che nessuno ce le possa rivolgere o se pensiamo di non essere in grado (non dico "capaci") di rispondere o di credere che possano essere formulate. C'è una ingenuità dietro tutto questo ma è un'ingenuità che fa bene. MI puoi aiutare? Posso fare qualcosa per te? Ti senti triste? Vuoi che ti faccia compagnia? Vuoi rimanere qui?
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