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Tempi Moderno (su paese sera)
Di Carvelli (del 28/11/2011 @ 09:15:52, in diario, linkato 834 volte)

Un altro viaggetto romano

Che ci faccio qui?

Tempi Moderno

 

 

di Roberto Carvelli

“Ultimi rifugi di quell’umanità dolente che insegue nei dintorni della stazione, come in una ‘riserva protetta’, la soddisfazione delle proprie inclinazioni naturali. La notifica da parte dei vigili urbani ai proprietari delle sale del triangolo delle ‘luci rosse’ è questione di ore”. Miracoli della rete, così il Corriere della Sera raccontava – era l’11 maggio 1994 – la chiusura di Moderno e Modernetta, le due sale sotto i portici di piazza Esedra. Per essere precisi l’emiciclo di sinistra, guardando via Nazionale. L’articolo proseguiva con la sentenza: “Si chiede la cessazione immediata delle attività perché esiste un pericolo per la salute pubblica e c’è il rischio di trasmissione di malattie infettive”.

Che ci fosse rischio d’infezioni non sappiamo – era l’era del serpeggiante terrore da untori dell’Aids – ma di certo passeggiare in quell’emiciclo dei portici era a forte rischio reputazionale.

Oggi non si può dire che non si colgano attorno talvolta i germi di una Roma che vive o sopravvive di espedienti sessuali ma il movimento è tanto e non solo più circospetto. Sono al nuovo cinema Moderno (uno della catena The Space) per vedere il film cult del momento quello dei popopopopo de mmmmer(omissis), dei fancu(omissis) Gianluca, dei daje caz(omissis). Il cinema ora è bello, qualche antica traccia del decoro dell’ingresso (è stata una sala di prima visione prima di tingersi di rosso) nel soffitto di stucchi. Il Moderno oggi è super-avanguardia con schermo, proiezioni e sonoro da urlo (nel senso letterale dei decibel). Un po’ americanata da popcorn in versione supersize ma è comodo – cioè non devi lasciare le rotule all’ingresso prima di sederti – e ha il suo bon ton: proiezioni per mamme, matinée per bimbi, sconti per gli under 25 e tablet con sottotitoli per non udenti. Pare passato un secolo da quando dovevi passare davanti di fretta...metti che incontravi qualcuno...eri andato a vedere “Le p0rn0 notti di...”, Moana o Cicciolina? Nooo passavo di qui per caso. Una bacchetta magica dal racconto dell’ispezione: “poltrone rotte, macchie dappertutto, anche di liquidi presumibilmente organici. Servizi igienici fatiscenti, sporchi, aloni di umidità sulle pareti e sul soffitto, distacchi di maioliche”. Non per caso ma per scelta e nel nuovo decoro eccomi a vedere I soliti idioti, successo del duo Biggio-Mandelli  passato dal culto di youtube (che ha amplificato il coraggio di MTV che ha pagato e messo in onda la sit-com situazionista) alla sala. Il film, come vi direbbero i fan, è un po’ una rimasticatura della grande creatività dei brevi esilaranti sketch televisivi ma la gente ride. Al mio fianco un gruppetto di cinesi addirittura si scompiscia senza pause. La Roma del film è un po’ da cartolina (Colosseo, via dei Fori), un po’ pretesto e simbolo del road-movie Milano-Roma che sintetizza la distanza tra Gianluca sellerone di nascita e vita milanesi, amante dei bruchi e del parlare al contrario e il papà rotto a tutte le esperienze della vita e tenuto dalla nostalgia capitolina oltre che dai superalcolici. Due dei personaggi-coppie interpretati dai due ex veejay: bravissimi anche nella coppia di omosessuali e nel bambino politicamente scorretto (escluso dalla sceneggiatura ma ampiamente campionato in Rete). 

Vi sollevo dal riassunto del film come dallo scontro Aldo Grasso/Conchita Di Gregorio La giornalista, in estrema sintesi, inorridisce dinanzi alla diseducatività della pellicola (“uno specchio che rimanda il vuoto”) e al suo successo al botteghino. Per fortuna ancora nessuno si è gaberianamente chiesto se I Soliti Idioti sono di destra o di sinistra...ma succederà o sta succedendo non temete! Vi invito a farvi contagiare anche se con riserbo dagli USA in piazza Esedra e da due risate un po’ ciniche (sapranno tutti gli spettatori prendere le distanze da tanta commedia dell’assurdo?). Cominciando dall’inno vendittiano-guzzantiano che sintetizza il trash di cui si nutre la comicità dei Biggio-Mandelli di sicuro più adatto alla forma breve che alla misura-film.

www.youtube.com/watch?NR=1&v=qnZopZX7NhE

www.paesesera.it/Societa/Tempi-Moderno-Dalle-luci.../126