Grasso, il Giglio, la (non)autoritą
Ho letto ieri sul Corriere della Sera la rubrica di Aldo Grasso questa volta dedicata alla tragedia del Giglio. Come al solito è interessante il suo punto di vista. Anche se non mi convince in pieno. Per esempio quando chiama tutti a correo: "il vero dramma: il naufragio della Concordia è stato quello della nostra mediocrità o incuranza". E io non mi sento corresponsabile del Giglio. Né mi sentivo "comunista" quando approvavo la Tobin Tax che ora approvano anche molti liberisti illuminati. Ed è solo un esempio. Non mi piace questa idea della compromissione generale. Non a tutti i livelli. La capisco appena quando, come fece Fellini, nella sua libera intoccabilità ammette "fummo tutti fascisti". Ma molti non lo furono ed è irrispettoso, penso ora, dimenticare quei pochi che hanno pagato per essere coraggiosi oppositori. Ma approvo questi due passaggi di Grasso: "Da noi si è dissolto il principio di autorità, non si sa più chi comandi. E chi comanda non sa più comandare" e "La delegittimazione di chi ricopre un qualsiasi incarico è continua: il concetto di responsabilità personale è uno dei beni più preziosi che abbiamo perduto, tanto c'è sempre qualcuno che discolpa o giustifica. Alla lunga, non c'è da stupirsi se un comandante viene meno al suo principale compito, perché il suo ruolo ormai è completamente svuotato. Il dovere resta una sorta di rassegnazione endemica". Ma qui davvero ci vorrebbe una chiamata alla corresponsabilità. Perché nel corso del tempo abbiamo costruito poteri forti senza responsabilità o mitigato responsabilità svuotandole di potere? A zolle. A interessi particolari. Ecco, questo sistema del perdono e del servigio, del totalitarismo (in senso lato) ha trasformato il potere in un concetto vuoto. Anche e soprattutto quando è pieno. O riempito. Spesso solo di galloni.
|