Nell'ultimo numero di Buddismo e Società, ho scritto un ricordo di Wangari Maathai, premio Nobel per la Pace 2004. La donna che piantava gli alberi. E, citavo non a caso, Jean Giono da "L'uomo che piantava gli alberi": “Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quello che c’è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove non c’era nulla”.
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