Alla fine sì, l'ho compilato il censimento. Buon ultimo o quasi, ho fatto il mio dovere, anche per l'ansia da multa serpeggiante. L'ho fatto online dopo aver perso il plico e aver richiesto con fatica nuove password. L'ho fatto veloce ma con tante domande. Qualcuno mi ha detto più delle sue. A me è servito per riflettere sui miei tanti microspostamenti quasi tutti di quartiere. Un casa-ufficio di davvero imbarazzante rapidità. Quasi un telelavoro anche se non so quanto ancora durerà. La casa intendo. Mi domando ora se il mio fosse vero telelavoro. Se fossi lì in pigaiama a digitare su una tastiera a conversare online coi colleghi e le colleghe. Che penseremmo ognuno dell'altro? Ci piaceremmo di più? Ci troveremmo migliori? Più interessanti? Più bravi? Ci odieremmo di più o ci ameremmo meglio? Lì nel chiuso delle nostre case, davanti al nostro schermo, magari scrivendoci senza imbarazzi o con qualche cautela in più? Ma tutte queste cose le penso io, non l'Istat. Però mi piacerebbe che una delle domande mi avesse lasciato lo spazio per poter dire o immaginare che ne sarebbe di me senza spostamenti. Con gli spostamenti. In casa. Fuori casa. Senza metro e moto.
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