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Atene brucia (e Kavafis)
Di Carvelli (del 13/02/2012 @ 09:28:12, in diario, linkato 1382 volte)

Vi posto le foto che ricevevo ieri in tempo reale dalle strade di Atene e una poesia di Kavafis, per alleggerire il tormento ingiusto di chi pagherà ancora per colpa di chi ha sbagliato. Di chi è costretto a rimettersi ancora alle mani di chi ha già sbagliato per dar modo di sbagliare ancora. Sulla propria pelle, prima. Sulla propria pelle, adesso.

Sulle scale
di Costantino Kavafis

Come scendevo quelle scale turpe,
entravi dalla porta, e per un attimo
vidi il tuo viso ignoto e mi vedesti.
Poi mi celai perché non mi vedessi ancora, e tu
passasti rapido celando il viso
e t’immergesti nelle case turpe, ove il piacere
non avresti trovato, com’io non lo trovai.

L’amore che volevi, io l’avevo da darti;
l’amore che volevo – gli occhi me lo dissero
stanchi e ambigui – l’avevi, tu, da darmi.
Si sentirono, i corpi. Si cercavano.
Sangue e pelle capirono.

Pure, turbati, ci celammo entrambi.