Il dolore è a basso consumo energetico,
ha certo per noi un’aria familiare più o meno
consolante,
ha un livello di attenzione fuori dal comune,
lo vedi come si attacca a tutto,
ai piccoli nei, alle macchie sul corpo,
non ha un interesse classificatorio,
non fa distinzioni di razza,
il dolore è come quando uno non sente al telegiornale
ma capisce da strani segni che qualcosa
sta andando male.
Il dolore si produce sia per il freddo sia per il caldo,
dal di fuori e dal di dentro, si prepara in panchina
con un dovuto riscaldamento,
si allena ogni minuto per entrare in campo,
il dolore dorme poco di giorno e niente di notte,
quando ha il raffreddore gli sembra di morire,
quando sta bene è scaramantico e non lo vuole dire,
il dolore ha una parola buona per tutti.
Il dolore è un tipo di cottura: se non lo controlli,
se non lo giri ogni momento si attacca come il risotto.
Andrea De Alberti