Una poesia di Roberto Roversi
Roberto Roversi da L'Italia sepolta sotto la neve (Parte quarta, Le trenta miserie d'Italia)
XII
La miseria della misera Italia numero dodici la testa in fiamme la sterpaglia della festa dei pensieri paglia che avvampa brucia fra braci di fumo. Si consumano notizie mescolate al ricordo di vecchie età l'armamentario sul carro della vita in corsa è spazio di fresca primavera. Altrove polvere sollevata dall'auto nella strada di campagna odora di mele mentre il merlo s'allontana stride forte a filo dell'erba lungo il mare siepi siepi siepi di oleandri abbandonati e pini scavezzati dai venti secolari camminano a terra. Può la morte ordire il suo acuminato massacro ridurre in cenere il delfino il vascello in fuoco la sovrastante nuvola in ciclone e travolgere la vita? Il fervore trascinato in gorgo l'esistente in un attimo è scomparso giovinezza è il ricordo poi sull'occhio chiuso del cielo interminabile di tetti e alla fine dimenticare la tomba dei vecchi eroi? Quante primavere gli uomini fuggitivi abbandonano alle giovani ali che arrivano portate dal garbino? Si può considerare l'opportunità di non rassegnarsi bruciare il carro del vincitore anche le nostre bandiere. Per favore.
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