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Lo spreco
Di Carvelli (del 28/08/2012 @ 08:33:07, in diario, linkato 751 volte)
L'ultima volontà della sua condanna è recuperare il tempo perduto. Quello che ha speso male. Quello che non ha speso. L'ultima volontà è una seconda condanna. Il desiderio della fine è solo la scoperta della fine. E pesa più della condanna. E addolora. E piaga. Lo chiama "Lo spreco" come se fosse un corpo unico. E questo gli dà leggerezza. Apparente. La farneticazione delle parole ha pochi rimandi felici. Nessuna clausola che contenga un disinnesco. La condanna è "Lo spreco". E non è nemmeno da trovare una parola ulteriore. Perché la parola non ha nessun potere. A questo punto. Al punto della sua condanna. Ora, pensa, tutto sarà più semplice perché definitivo. Più chiaro perché orizzontale. Il momento in cui scopre "Lo spreco" è quello in cui fa esperienza della sua fine. Un'esperienza dolorosa che però lo libera. Il male qui non viene per nuocere. Viene per chiudere il cerchio. E chiudere il cerchio ha qualcosa di perfetto e definitivo. Da adesso, pensa, tutto è più chiaro. E non è chiaro se lo pensa o se lo vede. Ma si sente pronto alla condanna.