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Dall'ultimo Simic
Di Carvelli (del 26/09/2012 @ 15:59:47, in diario, linkato 846 volte)

La poesia che voglio scrivere è impossibile.
Un sasso che galleggia.
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Non credo in Dio, però evito di aprire l’ombrello in casa.
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Una miriade di idee folli soffiate addosso al mondo come se fossero bolle di sapone e noi fossimo bambini occupati a inseguirle.
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Gli orrori del nostro tempo ci faranno provare nostalgia di quelli del passato.
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Un’altra storia sul tempo. Questa riguarda il tempo che ci misero per decidere di uscire dalle celle dopo avere avuto sentore che i tedeschi se ne erano andati. Nell’enorme carcere di Milano di colpo si era fatto un silenzio assoluto. A ogni buon conto, loro pensarono che era meglio togliersi le scarpe, prima di uscire.
Mio padre continuò a camminare in punta di piedi ancora ore dopo, quando attraversò una grande piazza deserta. La luna piena sopra i palazzi bui. Il cuore gli batteva forte.
“Era come un teatro d’opera” dice. “Illuminato a giorno, ma nessuno in platea, nessuno nella buca dell’orchestra. Però a me venne voglia di cantare. O forse di urlare?”
Non fece né una né l’altra cosa. Era l’anno 1944.
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Emerson scrisse: “Il mondo è un immenso libro illustrato”. ”E tutti usano le sue pagine per pulirsi il culo” chiosò un anonimo genio americano a margine della copia che ho preso in biblioteca.
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Il miglior argomento a favore del vino, del tabacco, del sesso e dei discorsi a vanvera consiste nel fatto che ogni maggioranza cosiddetta morale li condanna.

Charles Simic – Il mostro ama il suo labirinto (traduzione di Adriana Bottini)  - Adelphi http://www.subliminalpop.com/?p=6048