Per i feticisti della voce (raffreddata) e i maniaci
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E la recensione di Alberto Forni:
12/11/2004 - DAI FILMINI SUPER 8 ALLA FENOMENOLOGIA DI MASSA : LO SDOGANAMENTO DEL PORNO.
Argomento che in questa trasmissione si tratta spesso e volentieri, non per fare i pruriginosi, ma perché in effetti è la modalità di rappresentazione dei corpi più in espansione nella società moderna. Guardate come sono vestite le veline, guardate le espressioni delle modelle negli scatti per i calendari, o i video di Christina Aguilera e Britney Spears. Se il porno influenza tv, cinema e stampa generalista, per prima cosa è meglio saperlo, e secondariamente è il caso di informarsi a proposito. [mfb]
Ormai da qualche anno il genere porno ha subito un vero e proprio sdoganamento culturale, diventando oggetto di riflessioni e indagini persino sociologiche.
Ne sono un esempio la nostrana “santificazione” di Moana Pozzi, i bestseller editoriali di pornodive come Jenna Jameson, i documentari e i film dedicati a personaggi del calibro di Ron Jeremy e John Holmes, come il recente Wonderland interpretato da Van Kilmer.
Meritano quindi una segnalazione due volumi italiani, assai diversi tra loro, usciti negli ultimi tempi sull’argomento: “Il porno di massa” e “La comunità porno”.
Il primo, edito da Raffaello Cortina editore al prezzo di tredici euro, è un saggio curato dal Pietro Adamo, docente di Storia Moderna.
Come suggerito dal titolo, il libro dà conto della massificazione del genere tracciandone la storia.
A partire dai cosiddetti “filmini sexy” degli anni sessanta, la cui origine è da rintracciare in Danimarca. Qui la modificazione del codice penale permise la nascita dell’industria del porno, che dopo aver conquistato la Scandinavia iniziò ad esportare i suoi prodotti nel resto del mondo. Fu proprio Copenaghen, nel 1969, ad ospitare la prima “fiera del sesso” legalmente autorizzata.
Da quel momento, pur contraddistinto da alti e bassi, il genere vivrà un’inarrestabile ascesa contraddistinta da film di grande successo commerciale come “Gola profonda”, pornodive e pornodivi entrati di forza nell’immaginario collettivo e anche controversi scandali come quello della minorenne Traci Lords.
Di carattere quasi opposto invece il volume la “Comunità porno”, che all’analisi saggistica preferisce l’approccio in presa diretta.
Pubblicato dall’editore Coniglio, che ha al suo attivo anche la rivista Blue, il libro costa quattordici euro ed è curato da Roberto Carvelli.
La sua particolarità, oltre a quella di essere interamente dedicato alla scena hard italiana, sta nel privilegiare la forma dell’intervista per affrontare l’argomento.
Attori, registi e produttori quindi, magari anche conosciuti come Riccardo Schicchi e Mario Salieri, ma pure figure meno appariscenti come responsabili casting, fotografi di scena e fonici, ovvero l’aspetto più artigianale di questo genere di produzioni.
Non solo, visto che l’industria dell’hard deve ormai gran parte dei suoi incassi all’home video, “La comunità porno” raccoglie anche testimonianze di registi amatoriali, semplici appassionati, veri e propri collezionisti, per finire con un “cassettaro”, termine che indica, ovviamente a Roma, un gestore di videonoleggi.
Sebbene dunque con un’approccio antitetico questi due libri, rigoroso e globale l’uno, informale e nostrano l’altro, offrono una panoramica esaustiva sul variegato universo della pornografia.