Ho visto "Sole a catinelle" con Checco Zalone e non per dire io c'ero. Nella massa dei tanti che ne hanno decretato il successo ai botteghini. E' vero, come si è detto, che Zalone non porterà al cinema nuovi lettori, come Volo non nuovi lettori in libreria. Come è accaduto in passato, la televisione trash non ha tenuto, tiene o terrà in pancia la buona informazione, né il buon intrattenimento, figuriamoci la cultura. Ma tutto questo non condanna Zalone (in verità qui alla prova un po' appiccicaticcia di una trama che non tiene, anche rispetto al più compiuto precedente di "Cado dalle nubi", ma con la potenza guaritrice della risata "buona"). Come non premia il pur bel film che ho visto il giorno dopo per una sorta di riequilibrio. "Miss Violence" di Alexander Avranas è un film con la tentazione dell'apologo morale. Poca resistenza all'apologo, nessuna alla morale. E, per completezza di quadro, appone grottesco al reale: una piccola scorrettezza autoriale, a mio modo di vedere. Nella scelta tra il "credetemi vi sto per raccontare cose incredibili" s'impantana sui toni e mal governa la matassa dolorosa finendo per depotenziarla nel rivolo del paradosso. Peccato: la pista della tragedia andava già tanto bene, perché abbandonarla per cercare adattamenti e novità che poi risultano inquinanti?
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