Il libro di Alessio Torino, l'amore, l'amicizia, la dotazione della chiarezza
Di Carvelli (del 04/12/2013 @ 14:46:55, in diario, linkato 1142 volte)
"Ma è meglio così, pensa Zena - se l'amore con Marco Bologna non fosse platonico, sarebbe finito da un pezzo". Così nel primo racconto di "Urbino, Nebraska" di Alessio Torino. E dopo: "Se una volta ci incontriamo al campo possiamo fare qualche giro insieme. Al di là di questo non potrà esserci niente. Non mi prenderei mai bene per uno che si ferma a dare passaggi così" dice sempre Zena a un rimorchiatore da strapazzo. Leggendo questi dialoghi dal primo racconto della raccolta mi è ritornata in mente una cosa che mi disse decenni fa un'amica: l'amicizia a mio modo di vedere è più dell'amore; l'amore finisce l'amicizia no. Aveva ragione, nella quantità almeno. Ma tutto può finire e tutto può durare. A volte anche a costo della sua stessa naturale durata. Scadenza. A volte l'amore sarebbe meglio che non iniziasse proprio. A volte anche l'amicizia. A volte avrebbero dovuto iniziare l'una o l'altra. E invece: nulla. Altre volte bisognerebbe essere chiari come lo è Zena. Ma si impara col tempo. Si scopre con gli errori. Ed errori arriva un momento che non si ha più voglia di farli. Aggiungo un "purtroppo"? Aggiungo un "purtroppo". Eppure c'è chi come Zena ha questa lucidità da presto. Ed è una bella dotazione. Non so se talvolta pentita ma lo è. Ecco, voglio spendere una lancia a favore della chiarezza. La lancia che spezzo - in nome della sua etimologia (nei tornei cavallereschi spezzare una lancia equivaleva a dichiararsi pronti a battersi e quindi a incrociare le lance fino a vederle infrangere) - è per fronteggiare un avversario almeno pericoloso. Il suo nome è: bisogno di riconoscimento, necessità di ritorni di qualsiasi tipo. Ecco: se riconoscete questo vostro insidioso avversario interno, rompetegli addosso la lancia. Vi sembrerà di aver perso qualcosa ma non è così. Per la lancia che spezzate avrete in cambio quello che davvero vi serve: il coraggio di essere voi per voi (e per gli altri) un degno alleato. Uno che c'è e che non finge di essere (alleato).
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