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Del libro di Antonio Pascale “Le attenuanti sentimentali” (Einaudi)
Di Carvelli (del 11/12/2013 @ 10:29:36, in diario, linkato 1073 volte)

Le attenuanti sentimentali

Premetto che il libro di Antonio Pascale “Le attenuanti sentimentali” (Einaudi) mi è piaciuto. Lo scrivo prima perché so che dovrò dire che molto di quello che c’è in questo libro irrita. E deve irritare. Che molto di quello che dovrebbe suscitare adesione parimenti talvolta irrita (e non è importante che questi siano effetti voluti). Che l’autofinzione (genere che avrebbe irritato e irrita nelle premesse colui che racconta) si realizza e anche in una forma compiuta. Il personaggio che dice io e che trova molte ragioni di convergenza biografica con lo scrittore Antonio Pascale. Ma questa è la regola d’ingaggio del genere (ed è una regola che ha molte controregole: la prima è che non è verità il racconto di sé per quanto attendibile). Ci sono molte avventure sessuali nel libro. Poche portate a compimento. Il divano e il letto sono gli oggetti – verrebbe da dire transizionali – di questa incompiutezza o compiutezza incompiuta. A pagina 35 viene dichiarato un tema che diventa sempre più moderno (e il libro di Pascale è nelle premesse e anche nelle soluzioni un libro sulla modernità sentimentalsessuale): “Ci sono alcuni ragazzi che fanno esercizi spirituali con le donne”. Andare a casa loro, surfare sulla possibilità di un amplesso e poi via. A pagina 39 viene sollevata la teoria darwinista della bellezza (questo ragionare sulle spiegazioni del comune, del quotidiano – oddio che brutta parola! – è una delle caratteristiche interessanti del lavoro di Pascale sospeso tra sociologia (anche se a lui forse non piacerebbe che io lo dicessi), psicologia (lo irriterebbe in una qualche forma), scienza (per deformazione professionale) e buona letteratura (con un talento speciale per la forma breve). La scelta continua dell’opinione meno condivisa dai più è, qualche volta, telefonata per noi che ormai leggiamo (e non smetteremo certo di farlo per questo) i suoi articoli sul Corriere della Sera che mettono a nudo alcuni partiti presi ecologici o a(nti)scientifici. A pagina 77 (ma era già accaduto pagine prima) si parla del tradimento e della necessaria distanza spaziale: della serie non “l’occasione fa l’uomo ladro” ma “creando l’occasione propizia si ruba con più leggerezza d’animo”; ovvero: i furti nelle case di città lasciate libere o quello nelle ville della villeggiatura abbandonate per la stagione. A pagina 79 c’è un bel bacio dato a un semaforo e poi nulla più. A pagina 81 si cita Cechov: Un uomo deve divertirsi, far pazzie. Commettere errori e soffrire. Una donna vi perdonerà un’impertinenza o una sfrontatezza, ma non vi perdonerà mai questa vostra ragionevolezza. A pagina 83 si parla degli uomini (del ruolo degli uomini) nelle mutate generazioni. A pagina 89 di nuovo la teoria darwinista della bellezza di Denis Dutton. A pagina 134 (dopo un siparietto trascurabile sull’essere del sud) una bella citazione da Fanny Ardant che chi racconta adatta a sé mutandola ma che era davvero molto bella di suo: “Cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori?” chiedono alla bellissima attrice francese. E lei? Lei dice: “A non correre sotto la pioggia perché non è dignitoso”. La mia lettura si chiude qui, prima che piova.